sabato 18 ottobre 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 11
sabato 11 ottobre 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 10
giovedì 9 ottobre 2025
STORIE CHE NON SAI. 1° libro (copertina)
Ciao,
gli amici mi chiamano Meulì e abito sul lago d'Iseo. Ti lancio una sfida!
Mi piacerebbe tanto farmi conoscere e conoscerti. Per farlo ogni settimana ti racconterò qualcosa della mia storia e poi, se vorrai, tu mi racconterai la tua. Io ti risponderò e se indovinerai il significato delle strane parole che sono nella mia storia, se colorerai la pagina e riuscirai a fare tutti i giochi... allora ti manderò una sorpresa!
Puoi inviare tutto in via Angherà, 21 - Rimini oppure a sr.rosy@hotmail.it. Lì c'è una mia amica del cuore che mi aiuta a smistare la posta.
Ci stai? Io conto su di te!
* Alle insegnanti, catechisti, genitori...adulti
che amano ascoltare ed educare all'ascolto.
Questo libro è dedicato a voi, so quanto è difficile educare i ragazzi all'ascolto, liberare l'orecchio dal chiasso e dal frastuono per aprire il cuore all'ascolto di storie vere, che fanno crescere e che aprono all'Amore.
Per gli amici Iluem è un dono per voi.
Si tratta della storia vera di S. Bartolomea Capitanio, dagli amici detta Meulì e nel libro "Iluem". Una storia, semplice, ordinaria, talmente quotidiana che ogni bambino può dire: allora posso farmi santa/o anch'io! Potete leggerla in italiano o in inglese.
Suscitare il desiderio di santità passando attraverso storie di santità è un bisogno educativo dei nostri bambini. Vi offro questo dono, fatene buon uso, divertitevi e fate divertire i vostri ragazzi. Non conosco altro modo per farli crescere sani, forti e felici secondo il sogno di Dio che li ha creati.
Buona lettura!
PS: ogni settimana pubblicherò una pagina del libro
sabato 4 ottobre 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 9
Nei post precedenti abbiamo già visto come la comunicazione non violenta contribuisca a migliorare le nostre relazioni, con gli amici, con la famiglia, sul lavoro e nei contesti politici. Tuttavia, la sua applicazione più importante potrebbe riguardare proprio il modo in cui guardiamo noi stessi.
Se siamo violenti con noi stessi
è
difficile che possiamo offrire genuinamente empatia agli altri.
Quando facciamo degli sbagli, possiamo apprendere dalla comunicazione non violenta, il perdono verso noi stessi e così capire come possiamo crescere invece di farci intrappolare da giudizi moralistici su noi stessi.
Purtroppo, spesso siamo stati educati a valutare noi stessi in modi che ci spingono più ad odiarci che ad apprendere. Invece valutando i nostri comportamenti in termini di bisogni non soddisfatti, lo stimolo al cambiamento proviene non dal senso di vergogna o di colpa, dalla rabbia o dalla depressione, ma dal nostro genuino desiderio di contribuire al benessere nostro e altrui.
La vergogna è una forma di odio verso noi stessi
e le reazioni che vengono intraprese come reazione
al senso di vergogna non sono azioni libere e gioiose.
Coltiviamo l’empatia verso noi stessi anche
quando scegliamo di agire, nella vita di tutti i giorni, solo servendo i nostri
bisogni e valori anziché per dovere,
per ottenere riconoscimenti esteriori,
per evitare la vergogna, il senso di colpa o la punizione. Se
riesaminiamo le azioni onerose cui ci sottoponiamo quotidianamente e traduciamo
“devo” in “scelgo di” riportiamo il gioco e l’integrità nella nostra vita.
Ti è mai capitato di esprimere dei
giudizi verso te stesso/a? A volte lo facciamo nel modo seguente:
- devo proprio
fare qualcosa per dimagrire
- dovrei davvero smettere di fumare
- devo
cominciare a fare più movimento.
Continuiamo a dirci quello che dovremmo fare, ma continuiamo a non farlo, perché in quanto esseri umani non siamo nati per sottometterci agli ordini dei “dovrei” e dei “mi tocca fare questo”, sia che provengano da fuori, sia che vengano da dentro di noi. Se cediamo e ci sottomettiamo a queste pretese, le nostre azioni sono stimolate da un’energia che è priva di gioia vitale.
COME SI FA
AD EVITALO?
Esercizio pratico:
Prova a trattarti con più gentilezza
ed empatia anche quando sbagli e a porre attenzione a tutte le volte che usi il
verbo “dovrei”; prova, se vuoi, a sostituirlo
con il verbo “scelgo di”. Che cosa
accadrà?
Accadrà, per esempio che invece di
dire “dovrei davvero smettere di
fumare” dirai: “scelgo di smettere
di fumare” e lo farai davvero, invece di dire “devo
cominciare a fare più movimento” dirai: “scelgo di fare più movimento” e così
via. Ciò che penserai e sceglierai accadrà! I pensieri e il coraggio di scegliere ciò che desideri, perchè ne hai bisogno, hanno un grande
potere su di te. Non dimenticarlo mai!
Provare per credere e, se vuoi,
fammi sapere com’è andata scrivendo a sr.rosy@hotmail.it.
Sono curiosa!
Puoi sempre
approfondire attingendo direttamente all’autore: “Le parole sono finestre
oppure muri di Marshall B. Rosenberg” ed. Esserci.
La prossima
settimana ti racconterò il decimo capitolo: Esprimere interamente la propria rabbia.
giovedì 2 ottobre 2025
IL SILENZIO: 4° ed ultima puntata (Spuntini per l'anima)
- Ogni cristiano, fatte salve le indicazioni comuni contenute nelle Sante Scritture, è chiamato a scoprire il suo specifico modo di pregare.
sabato 27 settembre 2025
CAMMINO DI FORMAZIONE 2025/2026
- Crescita personale: l' esperienza missionaria porta ad un arricchimento interiore, aumenta l'apertura all'amore di Dio e dei fratelli.
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 8

giovedì 25 settembre 2025
IL SILENZIO: Puntata 3 (Spuntini per l'anima)
Per meglio vivere questo
atteggiamento Giuseppe Forlai propone un decalogo della preghiera. Si tratta di
fare come un mendicante
che ogni giorno chiede il suo “pane orante”. Non dimentichiamoci che sia ricco
sia povero, l’uomo davanti a Dio sarà sempre un mendicante. La preghiera, per
Sant’Agostino, parte proprio da questo preambolo (Homo mendicus Dei: En in Ps.
29, 2, 1; Sermo 56, 9; Sermo 61,4)
DECALOGO DELL’ORANTE
sabato 20 settembre 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 7
Gli ultimi quattro capitoli hanno descritto le quattro componenti della comunicazione non violenta: che cosa osserviamo, che cosa sentiamo, di che cosa abbiamo bisogno e che cosa desideriamo chiedere al fine di arricchire la nostra vita. Ora spostiamo la nostra attenzione sull’applicazione concreta di queste quattro componenti. Questa applicazione pratica la chiamiamo con il termine “ricevere con empatia”. L’empatia è una comprensione rispettosa di quello che gli altri provano.
giovedì 18 settembre 2025
IL SILENZIO: Puntata 2 (Spuntini per l'anima)
sabato 13 settembre 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 6
Ci siamo già occupati delle prime tre componenti della comunicazione non violenta, che riguardano quello che osserviamo, quello che sentiamo e ciò di cui abbiamo bisogno. Abbiamo imparato a fare questi passi senza criticare, analizzare, incolpare né diagnosticare gli altri e a fare questo nel modo più adatto a generare l’empatia.
giovedì 11 settembre 2025
IL SILENZIO: Puntata 1 (Spuntini per l'anima)
sabato 6 settembre 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 5
Nel quarto capitolo abbiamo cercato di sviluppare un vocabolario dei sentimenti che ci permetta di descrivere le nostre emozioni con chiarezza e specificità. Ora proviamo ad assumerci la responsabilità dei nostri sentimenti con la terza componente della comunicazione non violenta.
IL SILENZIO (Spuntini per l'anima)
Vi regalo un nuovo "spuntino", a me tanto caro e che mi ha fatto molto bene; spero sia così anche per voi.
sabato 30 agosto 2025
Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato 2025
Il tema della X Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, 1° settembre 2025, scelto dal Papa Francesco, è Semi di Pace e di Speranza.
Molte volte Gesù, nella sua predicazione, usa l’immagine del seme per parlare del Regno di Dio, e alla vigilia della Passione la applica a sé stesso, paragonandosi al chicco di grano, che per dare frutto deve morire (cfr Gv 12,24). Il seme si consegna interamente alla terra e lì, con la forza dirompente del suo dono, la vita germoglia, anche nei luoghi più impensati, in una sorprendente capacità di generare futuro. Pensiamo, ad esempio, ai fiori che crescono ai bordi delle strade: nessuno li ha piantati, eppure crescono grazie a semi finiti lì quasi per caso e riescono a decorare il grigio dell’asfalto e persino a intaccarne la dura superficie.
Dunque, in Cristo siamo semi. Non solo, ma “semi di Pace e di Speranza”. Come dice il profeta Isaia, lo Spirito di Dio è in grado di trasformare il deserto, arido e riarso, in un giardino, luogo di riposo e serenità: «In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri» (Is 32,15-18).
Queste parole profetiche, che dal 1° settembre al 4 ottobre accompagneranno l’iniziativa ecumenica del “Tempo del Creato”, affermano con forza che, insieme alla preghiera, sono necessarie la volontà e le azioni concrete che rendono percepibile questa “carezza di Dio” sul mondo (cfr Laudato si’, 84).La giustizia e il diritto, infatti, sembrano rimediare all’inospitalità del deserto. Si tratta di un annuncio di straordinaria attualità. In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina. Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche (cfr Esort. ap. Laudate Deum, 5), senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati.
...
La Santa Sede, messaggio di Sua Santità Papa Leone XIV
Dal Vaticano, 30 giugno 2025, Memoria dei Santi Protomartiri della Chiesa Romana
LEONE PP. XIV
sabato 23 agosto 2025
Lectio Divina: Puntata 3 (Spuntini per l'anima)
Per vivere la preghiera
- Ogni cristiano, fatte salve le indicazioni comuni, contenute nelle Sante Scritture, è chiamato a scoprire il suo specifico modo di pregare.
lunedì 18 agosto 2025
La mia ricerca della felicità
Da sempre sono una ricercatrice di felicità, non sempre ho cercato nel posto giusto, ma sempre ho cercato e continuo a farlo, penso di concludere la ricerca con la fine della mia vita terrena.
La vita, nella mia giovinezza, mi spingeva a credere che la felicità fosse nelle cose, nelle esperienze belle e vincenti, nel successo, nell’amicizia, nella cultura, nell’intelligenza, nelle relazioni a volte cosificate, insomma in una vita piena di distrazioni(1). Credevo che quel vuoto che sentivo, se lo avessi riempito di belle esperienze sarei stata felice. Ma la vita spesso mi ha spiazzato e lo ha fatto quando mi sono accadute cose fuori dalle mie aspettative. Il male esiste, esiste la sofferenza, la morte, ma io ho sempre pensato che fossero problemi degli altri e non miei. Quando ho preso consapevolezza del fatto che erano anche miei problemi ho avuto paura e sono stata sopraffatta dai miei limiti e dalle circostanze sfavorevoli della vita, dal sentirmi sbagliata; cercavo di risolvere il problema non pensandoci, facendo finta di niente, lasciandomi ingoiare dal buio, dalla paura, dalla tristezza e ripeto, dalle distrazioni.
Ma ad un certo punto mi sono accorta che temendo di soffrire, soffrivo già di ciò che temevo e quindi soffrivo di più. Mi sono accorta che più cercavo di riempire il mio vuoto e più quello diventava grande e ho deciso di non fuggire più dal mio male, dal dolore innocente, dalla sofferenza di persone care, dal quotidiano e mi sono chiesta: che senso ha tutto questo?
Prima di chiedermi che cosa sia la felicità ho dovuto chiedermi che senso ha la mia vita rispetto a ciò che la vita mi ha riservato e ancora mi riserva e mi riserverà. Qualcuno (anche io stessa) aveva bisogno di me e io avevo qualcosa da dare a lui/lei, a me stessa.
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| Gibì e Doppiaw di Walter Kostner |
Così ho smesso di pensarmi sbagliata e ho sentito la mia vita significativa, non mi è più importato se tutto mi era contro, se tutto era faticoso, se le mie aspettative erano disattese. Quando ho capito che le fatiche che vivevo ogni giorno erano significative ho scoperto la felicità, la felicità di un senso. Quando ho imparato a guardare dentro le mie fragilità, ad attraversarle, a condividerle, a vedere che in fondo a quel buio non c’era solo un pauroso vuoto, ma uno spazio che potevo abitare, allora ho sperimentato la felicità.
Ho cominciato a fare i giusti investimenti nella mia vita quando ho scelto di smettere di cercare il fare, lo strabiliante, l’eclatante per accogliere e attraversare la sofferenza, mia e altrui, quale unico punto di accesso ad una vita più profonda. Ho sperimentato che la felicità è Qualcuno e non qualcosa. Però ho avuto bisogno di tanto coraggio, come dice Lonergan nel metodo(2), e di un compagno di viaggio che camminasse con me nel mio buio. Mi sono accorta che da sola non potevo vivere certe fatiche, non potevo lottare contro il male, non potevo scendere nelle profondità di me stessa; intravedevo una felicità nascosta nelle mie cose, nelle mie piccole o grandi cose, anche quelle più oscure e non avrei mai potuto affrontarle e vincerle, non avrei saputo come andare avanti da sola, perché non basta la “conversione intellettuale”(3), non basta fare l’analisi e comprenderla, mi serviva l’attraversamento del buio, mi serviva “imparare a dimorare”(4) nella mia debolezza. Troppo spesso sono stata spaventata dalla mia fragilità, sono passata per la negazione, per la rimozione, per la paura, ma questo mi rendeva invisibile, era spaventoso ciò che immaginavo e me ne sentivo schiacciata. Tuttavia dentro di me, nella mia interiorità c’era una forza che premeva e che mi spingeva a farlo quel viaggio, mi “diceva”: la tua salvezza è nell’attraversamento, non avere paura, non temere. Era Dio che attraverso la sua Parola seminata in me faceva germogliare il coraggio. Ho dovuto imparare ad ascoltarmi, ad affrontarmi; per capire la mia vita ho dovuto affrontare la vita, quello che mi portavo dentro e mentre l’affrontavo, riuscivo anche a capirci qualcosa e ad essere felice.
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| Gibì e Doppiaw di Walter Kostner |
Il Signore mi ha promesso di aiutarmi nei fatti e ha mantenuto la promessa, ha fatto la strada con me, mi è stato vicino attraverso qualche buon compagno di viaggio. La felicità, per me, è passata attraverso la fiducia e il coraggio di camminare dentro il mio dolore con il Signore. È così che ho scoperto un segreto: non potevo soccorrere da sola la parte più dolorante di me stessa, ma potevo farlo negli altri e con gli altri che sono il luogo dell’incontro e della vicinanza di Dio; io ho sempre cercato disperatamente di essere amata, ma l’unico modo che ho trovato per sentirmi veramente amata è stato quello di amare per prima, quando volevo un abbraccio ho deciso di farlo per prima, ho scelto di fare agli altri ciò che volevo che gli altri facessero a me. Quando rimanevo ostinatamente chiusa e arrabbiata perché mi mancava qualcosa ho cercato di soccorrere questa mia mancanza negli altri; rinunciando a quell'egoismo che mi faceva guardare solo a me stessa ho potuto alzare lo sguardo attorno a me, ho visto che quello che cercavo era esattamente accanto a me e ho trovato la felicità, ho visto “l’essenziale che è invisibile agli occhi”(5), ho attraversato la “violenza inaudita del senso”(6). Adesso mi sento molto felice e non perché la mia vita va sempre bene, la mia fragilità è sempre presente e anche quella degli altri, ma mi mantiene con i piedi per terra, a volte sono ancora al buio, ma lo conosco, mi è amico e non sono più sola nelle mie tenebre. Questa per me è, in sintesi, la felicità: sentire di appartenere a Qualcuno. Da quando ho scoperto questo so cos’è la felicità e tutto il resto va sempre bene. Dio mi guarda con Benevolenza, mi Ama di amore incondizionato, non mi lascia sola se non il tempo necessario per farmi strada e questo per me è felicità. Non si tratta di ragionamenti, di idee o di pensieri, ma di disobbedienza alle mie logiche egoiche che sono matematicamente perfette, ma che hanno come risultato la tristezza. Quando ho disobbedito ai miei ragionamenti mi sono accorta che la vita risponde ai miei desideri perché la vita ha un nome: Cristo, il Cristo presente nel povero che ha bisogno di sentirsi semplicemente amato, toccato, curato, accarezzato, come dice Giovanni: “ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita […], noi lo annunciamo a voi “(1Gv 1,1-2).
Cristo non è un’idea geniale (di idee geniali ne ho sempre tante grazie alla mia creatività, ma non mi cambiano la vita), Cristo o è una persona che posso toccare, guardare, curare, abbracciare oppure non è. Adesso presto servizio ai più poveri tra i poveri, quelli che vivono alle periferie della città, in strada, quelle che nessuno vuole, la mia vita è piena di storie di salvezza, ho imparato a chiedermi quanto Cristo è nascosto in ogni storia per lasciarmi salvare da Lui nascosto nelle storie della mia e altrui vita. L’albeggiare della felicità nella mia vita è arrivata quando ho scoperto “l’amore ai fratelli più forte del rifiuto”(7), e questo nel quotidiano, ogni giorno, ogni attimo, ma quest’alba l’ho aspettata per 60 anni prima di vederla sorgere, solo adesso ne ho piena consapevolezza.
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sabato 9 agosto 2025
Lectio Divina: Puntata 2 (Spuntini per l'anima)
Decalogo dell’orante
- La contemplazione è la meta dell’esistenza cristiana: un giorno vedremo Dio faccia a faccia e lo conosceremo come siamo conosciuti. La contemplazione di Dio che godremo nell’eternità è preparata già da oggi dalla preghiera continua.
venerdì 8 agosto 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 4
Nel terzo capitolo abbiamo detto che l’osservazione è la prima componente della comunicazione non violenta. Bene! La seconda componente necessaria per esprimere noi stessi sono i sentimenti. Sintetizzando:
- Osservare senza valutare
- Esprimere come ci si sente, ossia i propri sentimenti
Sviluppando un vocabolario di sentimenti che ci permetta di descrivere le nostre emozioni con chiarezza e specificità possiamo connetterci più facilmente l’uno con l’altro. Permettere a noi stessi di mostrarci vulnerabili esprimendo i nostri sentimenti, può aiutarci a risolvere i conflitti. La comunicazione non violenta distingue l’espressione dei sentimenti veri e propri da quelle parole e quelle affermazioni che descrivono pensieri, considerazioni ed interpretazioni.
Esempio:
Una moglie si sente sola e vorrebbe un contatto maggiore con il marito, più attenzioni. La signora afferma: “Mi sembra di vivere con un muro, glielo dico sempre”. Ma “Mi sembra di vivere con un muro” non è il modo migliore per portare i suoi sentimenti e i suoi desideri all’attenzione del marito. È più probabile che siano sentiti come una critica piuttosto che come un invito a mettersi in relazione. Tali affermazioni, inoltre, spesso portano a profezie che si auto avverano. Un marito che si sente criticato perché si comporta come un muro, è risentito e scoraggiato e non reagisce, il che conferma l’immagine di muro che la moglie ha di lui.
COME SI FA?
Esercizio pratico:
Prova a costruire il vocabolario dei tuoi sentimenti.
Per esprimere i sentimenti è utile servirsi di parole che fanno riferimento ad emozioni specifiche, piuttosto che parole vaghe o generiche che impediscono all’interlocutore di connettersi facilmente con i sentimenti che stiamo davvero provando. Ti indico una piccola lista di sentimenti per aiutarti ad accrescere il tuo potere nel mettere in parole i sentimenti e nel descrivere in modo chiaro un’intera gamma di situazioni emotive:
- a mio agio
- affascinato
- affettuoso
- agitato
- allegro
- amichevole
- baldanzoso
- appagato
- brillante
- interessato
- ispirato
- fiducioso
- frizzante
- gaio
E adesso continua tu, trova le tue parole per esprimere i tuoi sentimenti ….
Se vuoi, fammi sapere com'è andata
Puoi sempre approfondire attingendo direttamente all’autore: “Le parole sono finestre oppure muri di Marshall B. Rosenberg” ed. Esserci.
La prossima settimana ti racconterò il quinto capitolo: “Prendersi la responsabilità dei propri sentimenti”.
venerdì 1 agosto 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 3
Ad esempio: invece di dire "Alex è un calciatore scadente", si può dire "Alex non ha segnato nemmeno un gol in 20 partite". Scadente è un giudizio sulla persona, non ha segnato un gol in 20 partite è una semplice osservazione.
COME SI FA?
Esercizio pratico:
- Seguendo l’esempio di Alex, sopra indicato, prova ad osservare cosa accade alle tue relazioni quando mescoli osservazione e valutazione
sabato 26 luglio 2025
Lectio Divina: Puntata 1. (Spuntini per l'anima)
Colmati di Spirito Santo
Il regno di Dio non è questione di parole, concetti, schemi umani, ma un evento potente (cfr. 1Cor 4,20). Non è semplicemente un modo di vedere la vita, ma un’energia trasformante che invade il cuore, la mente e la volontà di chi l’accoglie. Una forza, dunque, limitata solo dalla nostra disponibilità, liberamente accordata.
Il brano degli Atti da cui è presa la citazione narra nel processo intentato dal Sinedrio a carico di Pietro e Giovanni dopo la guarigione del paralitico alla porta Bella del tempio. Siamo alle prime avvisaglie della persecuzione che i capi del popolo intenteranno contro la piccola comunità cristiana nascente. Gesù l’aveva predetto senza possibilità di equivoco: “se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). Quando Pietro e Giovanni, finalmente rilasciati, tornano nella comunità, elevano a Dio la supplica per essere difesi in futuro dai nemici. Detto fatto, una nuova Pentecoste li sorprende: pieni di Spirito – e liberati dal timore –, viene donata loro la parresia, la Parola di franchezza. Nel passo in esame particolari meritano di essere notati, in quanto preziosissimi per comprendere meglio il mistero dell’orazione.
- La comunità prega insieme assecondano la promessa di Gesù:” Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). La preghiera dell’assemblea è potentissima. Ricordiamolo sempre.
venerdì 25 luglio 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo
Tuttavia ci sono forme di “comunicazione che aliena dalla vita”, che ci portano a parlare e a comportarci in modi che feriscono gli altri e noi stessi. È un po' come con le stalattiti e le stalagmiti, il calcare che le compone è fragile e delicato e il contatto umano può danneggiarle, rallentando la loro crescita e alterandone la forma e il colore.
- L’uso di giudizi moralistici che implicano il torto o la cattiveria di coloro i quali non agiscono in armonia con i nostri valori.
giovedì 17 luglio 2025
Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 1
Il cuore della comunicazione nonviolenta può essere riassunto nella bellissima espressione di papa Francesco e ripresa da papa Leone:
«Dobbiamo disarmare le parole,
per disarmare le menti e disarmare la Terra.
C'è un grande bisogno di riflessione,
di pacatezza, di senso della complessità».
La comunicazione non violenta proposta da Rosenberg ci aiuta a disarmare le parole, ad usarle con consapevolezza, a metterci in relazione con noi stessi e con gli altri in un modo che permette alla nostra naturale empatia di sbocciare. Ci guida nel ridare forma al modo in cui ci esprimiamo ed ascoltiamo gli altri, concentrando la nostra consapevolezza su quattro aree: che cosa osserviamo, che cosa sentiamo, di che cosa abbiamo bisogno e che cosa chiediamo per arricchire le nostre vite.
La comunicazione non violenta promuove l’ascolto profondo Il rispetto e l’empatia e genera un desiderio reciproco di dare dal cuore. Alcune persone usano la comunicazione non violenta per rispondere con empatia a se stesse. Altre per dare maggiore profondità alle loro relazioni personali ed altre ancora per costruire relazioni efficaci sul luogo di lavoro o nell’arena politica. In tutto il mondo, la comunicazione non violenta è utilizzata per mediare dispute e conflitti ad ogni livello.
COME SI FA?
Esercizio pratico:
quando ti trovi in una situazione di conflitto prova a fermarti un momento e a richiamare alla tua attenzione queste quattro componenti della Comunicazione Nonviolenta:
1. Osservazione: osserva che cosa sta veramente accadendo in una certa situazione; che cosa l’altra persona, sta dicendo o facendo? Che cosa, di quello che dice, sta arricchendo o non arricchendo la tua vita? Il trucco sta nell’essere in grado di articolare questa osservazione senza introdurvi alcun giudizio né alcuna valutazione ma osservare semplicemente quello che altre persone fanno e che a noi piace o non piace.
2. Sentimenti: ora dichiara a te stesso/a come ti senti. Quando osservi l’azione degli altri sei triste, spaventato/a, gioioso/a, divertito/a, irritato/a …?
3. Bisogni: dopo aver osservato ciò che accade e aver esplorato i tuoi sentimenti puoi chiedere a te stesso/a quali sono i tuoi bisogni. Conosci i tuoi bisogni? Quali dei tuoi bisogni sono collegati ai sentimenti che hai identificato?
4. Richiesta: ora sei pronto/a per fare la tua richiesta
Ti faccio un esempio per rendere più chiari i quattro passaggi:
Una madre potrebbe parlare al figlio adolescente attraverso queste tre componenti dicendo:
”Pierino quando vedo due paia di calze sporche sotto il tavolino da caffè e altre tre paia vicino alla tv, mi sento irritata, perché ho bisogno di maggior ordine nelle stanze che utilizziamo in comune. Saresti disposto, per favore, a portare le calze in camera tua oppure a metterle in lavatrice?”
Pertanto, possiamo affermare che la Comunicazione Nonviolenta consiste nell’esprimere queste quattro informazioni chiaramente e verbalmente. Infatti se mantieni la tua attenzione centrata sulle componenti suddette ed aiuti gli altri a fare la stessa cosa, puoi stabilire un flusso di comunicazione in entrambe le direzioni, fino al punto in cui l’empatia si manifesta naturalmente senza arrivare al conflitto.
Provare per credere e, se vuoi,
fammi sapere com’è andata.
Ma se vuoi approfondire puoi attingere direttamente al libro: "Le parole sono finestre oppure muri" di Marshall B. Rosenberg ed. Esserci.
Prossimo capitolo: "La comunicazione che blocca l’empatia".
sabato 12 luglio 2025
Le parole sono finestre oppure muri: la comunicazione non violenta.
«In principio Dio creò il cielo e la terra, tutti gli esseri viventi che guizzano nelle acque e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio disse: "La terra produca esseri viventi: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie". Dio vide che era cosa buona e disse: "Facciamo l'uomo”! E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona (da Gen 1-2)».
Sì, Dio ha benedetto l’uomo, gli ha dato il privilegio di vivere in questo mondo bellissimo, lo “ha creato per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono” (Sap 2,23-24).
Ne fanno esperienza tanti paesi che rompono tutte le regole del vivere civile commettendo atrocità inimmaginabili. Ma senza andare troppo lontano possiamo affermare, senza margine di errore, che anche noi, nel nostro quotidiano, ne facciamo esperienza con parole e azioni, con le quali inneschiamo “guerre”, feriamo persone, arriviamo ad “uccidere”, alziamo muri invalicabili nel nostro piccolo. Non vi è mai capitato? Perdonate, ma non ci credo! Credo, invece, che a volte un nuovo sistema di valori sarebbe utile, ma sembra molto lontano, persino utopistico pensarlo.
Marshall B. Rosenberg, nel suo libro: Le parole sono finestre oppure muri, ha osato pensarlo e propone la visione di un nuovo sistema di valori. È proprio questo nuovo sistema che vorrei proporti. Te ne proporrò un capitolo in settimana e alla fine del capitolo troverai sempre un esercizio pratico per migliorare le tue relazioni nel qui ed ora, per vivere felice anche nelle fatiche del quotidiano, forse proprio grazie alle tue e altrui fragilità.
Infatti i conflitti, secondo l’autore, possono essere risolti senza ricorrere ai soliti frustranti compromessi, senza innescare battaglie alla “don Chisciotte”. Come si fa? Occorre che le parti in conflitto si relazionino con rispetto, facciano domande sui bisogni reciproci e, in un’atmosfera libera dalla collera e dai pregiudizi, si connettano attraverso la COMUNICAZIONE NON VIOLENTA.
Se vorrai, lo faremo insieme, settimana dopo settimana, fidati è possibile ed è bello e soprattutto rende più bella e felice la vita.
Ti aspetto la prossima settimana con il primo capitolo:
“DONARE DAL CUORE, il cuore della comunicazione nonviolenta.”
Spuntini per l'anima: introduzione
Piccoli "bocconcini spirituali"
Quì troverai dei piccoli "bocconcini spirituali" che ti aiuteranno a nutrire l'anima. Forse non ci hai mai pensato, ma per curare il tuo corpo vai dal dottore, in palestra, al mare, dagli amici..., per la mente vai a scuola, fai un master, oppure vai dallo psicologo o dallo psichiatra. E per la tua anima? Hai mai pensato che anche l'anima ha bisogno di cura e nutrimento?
Tu sei un essere spirituale, indipendentemente dalla tua fede, non è possibile trascurare questa parte di te, pena l'infelicità.
Ti indicherò una strada semplice e quotidiana per prenderti cura della tua anima e, se vuoi, puoi provarci. E' una strada ispirata a Guido II, il Certosino (†1188) ed è stata recentemente riproposta da Giovanni Forlai.
Questa strada si chiama Lectio Divina:
La lectio divina è la medicina che rende sana l’anima: ne opera la diagnosi, somministra la cura e stabilisce la prognosi. La scrittura pregata e memorizzata – anche senza la smania di capire tutto, purifica il cuore e prepara l’anima a vivere con amore la celebrazione Eucaristica. La lectio crea in noi il nido in cui si posa la colomba dello Spirito. La parola è un dono. Non c’è nulla da sborsare. Si aprono le mani per ricevere una misura traboccante e immeritata. La lectio, non si finirà mai di sottolinearlo, nella sua forma comunitaria è il vero motore di rinnovamento delle nostre comunità. Un gruppo di credenti che studia e prega la parola insieme fa veramente la differenza, più di tanti frustranti progetti pastorali.
Ti aspetto prossima settimana per cominciare il percorso.
Per approfondimenti: SPUNTIni per l’anima
giovedì 3 luglio 2025
Counseling day
Il 21 ottobre 2025 (e nei giorni di sabato 18 e domenica 19 ottobre) le counselor e i counselor di Asso Counseling promuovono eventi e attività gratuite su tutto il territorio nazionale per far conoscere il counseling.
Il 21 ottobre 2025 sarà una giornata
interamente dedicata alla divulgazione del counseling:
- incontri
- laboratori
- eventi
- conferenze
- studi aperti
e ci sarà inoltre la possibilità di sperimentare una sessione di counseling con uno dei nostri professionisti!
Il 21 ottobre 2025 sarà possibile scoprire come migliorare la qualità della propria vita. Avere un tempo e uno spazio per conoscersi meglio, essere ascoltati, ristabilire le proprie priorità e connettersi al proprio mondo emotivo.
Il 21 ottobre 2025 ci saranno centinaia di
eventi gratuiti in tutta Italia e anche on line. Scopri quello più vicino a
te consultando il calendario delle iniziative e delle
attività.
Il counseling migliora la vita!
mercoledì 25 giugno 2025
Ritiro Spirituale - I SALMI
La preghiera dei salmi è un dialogo profondo fra l’anima e Dio, suscita gioia e pace con se stessi e con il creato.
Dario Gellera: Diacono permanente Diocesi di Milano
sr. Rosy Fusco: suore di Carità delle sante B. Capitanio e V. Gerosa,
dette di Maria Bambina, a servizio della diocesi di Rimini
Luogo
Cenacolo Francescano Maria Assunta, Via Valle, 48 - 25050 Ome BS
costo 180 € compreso pranzo, cena e colazione
per partecipare
email: spiritualita@ilmandorlo.org
whatsapp al 339.8400133
entro venerdì 26 settembre 2025
domenica 22 giugno 2025
Sperando contro ogni speranza
“per diventare padre di molte nazioni (Rm 4,18)”.
Una giornata in un posto bello, in mezzo al verde, con altri compagni di vita per chiedere insieme al Signore la grazia di rimanere fondati non tanto sulle nostre sicurezze, sulle nostre capacità, ma sulla speranza che scaturisce dalla promessa di Dio, come veri figli di Abramo. Quando Dio promette, porta a compimento quello che promette. Mai manca alla sua parola. Solo così la nostra vita assumerà una luce nuova, nella consapevolezza che Colui che ha risuscitato il suo Figlio risusciterà anche noi e ci renderà davvero una cosa sola con Lui, insieme a tutti i nostri fratelli nella fede.
NON PERDERE QUESTA OPPORTUNITA'!
Relatori:
Dario Gellera: Diacono permanente Diocesi di Milano,
Suor Rosy Fusco; Suora di Carità delle sante B. Capitanio e V. Gerosa, dette di Maria Bambina
SABATO 20 SETTEMBRE 2025
Cenacolo Francescano Maria Assunta
Via Valle, 48 - 25050 Ome BS
costo 30€ (pranzo compreso)
PER PARTECIPARE:
spiritualita@ilmandorlo.org
whatsapp al 339.8400133
entro sabato 13 settembre 2025
































