giovedì 17 luglio 2025

DONARE DAL CUORE: il cuore della Comunicazione Nonviolenta

 


Il cuore della comunicazione nonviolenta può essere riassunto nella bellissima espressione di papa Francesco e ripresa da papa Leone: 

«Dobbiamo disarmare le parole, 

per disarmare le menti e disarmare la Terra. 

C'è un grande bisogno di riflessione, 

di pacatezza, di senso della complessità». 

La comunicazione non violenta proposta da Rosenberg ci aiuta a disarmare le parole, ad usarle con consapevolezza, a metterci in relazione con noi stessi e con gli altri in un modo che permette alla nostra naturale empatia di sbocciare. Ci guida nel ridare forma al modo in cui ci esprimiamo ed ascoltiamo gli altri, concentrando la nostra consapevolezza su quattro aree: che cosa osserviamo, che cosa sentiamo, di che cosa abbiamo bisogno e che cosa chiediamo per arricchire le nostre vite. 

La comunicazione non violenta promuove l’ascolto profondo Il rispetto e l’empatia e genera un desiderio reciproco di dare dal cuore. Alcune persone usano la comunicazione non violenta per rispondere con empatia a se stesse. Altre per dare maggiore profondità alle loro relazioni personali ed altre ancora per costruire relazioni efficaci sul luogo di lavoro o nell’arena politica. In tutto il mondo, la comunicazione non violenta è utilizzata per mediare dispute e conflitti ad ogni livello.  

COME SI FA? 

Esercizio pratico:

quando ti trovi in una situazione di conflitto prova a fermarti un momento e a richiamare alla tua attenzione queste quattro componenti della Comunicazione Nonviolenta:

1. Osservazione: osserva che cosa sta veramente accadendo in una certa situazione; che cosa l’altra persona, sta dicendo o facendo? Che cosa, di quello che dice, sta arricchendo o non arricchendo la tua vita? Il trucco sta nell’essere in grado di articolare questa osservazione senza introdurvi alcun giudizio né alcuna valutazione ma osservare semplicemente quello che altre persone fanno e che a noi piace o non piace. 

2. Sentimenti: ora dichiara a te stesso/a come ti senti. Quando osservi l’azione degli altri sei triste, spaventato/a, gioioso/a, divertito/a, irritato/a …? 

3. Bisogni: dopo aver osservato ciò che accade e aver esplorato i tuoi sentimenti puoi chiedere a te stesso/a quali sono i tuoi bisogni. Conosci i tuoi bisogni? Quali dei tuoi bisogni sono collegati ai sentimenti che hai identificato?    

4. Richiesta: ora sei pronto/a per fare la tua richiesta




Ti faccio un esempio per rendere più chiari i quattro passaggi:

Una madre potrebbe parlare al figlio adolescente attraverso queste tre componenti dicendo: 

”Pierino quando vedo due paia di calze sporche sotto il tavolino da caffè e altre tre paia vicino alla tv, mi sento irritata, perché ho bisogno di maggior ordine nelle stanze che utilizziamo in comune. Saresti disposto, per favore, a portare le calze in camera tua oppure a metterle in lavatrice?” 

Pertanto, possiamo affermare che la Comunicazione Nonviolenta consiste nell’esprimere queste quattro informazioni chiaramente e verbalmente. Infatti se mantieni la tua attenzione centrata sulle componenti suddette ed aiuti gli altri a fare la stessa cosa, puoi stabilire un flusso di comunicazione in entrambe le direzioni, fino al punto in cui l’empatia si manifesta naturalmente senza arrivare al conflitto. 

Provare per credere e, se vuoi, 

fammi sapere com’è andata.

Ma se vuoi approfondire puoi attingere direttamente al libro: "Le parole sono finestre oppure muri" di Marshall B. Rosenberg ed. Esserci. 

Prossimo capitolo: "La comunicazione che blocca l’empatia".

Nessun commento:

Posta un commento