Il silenzio, dunque, è la culla della Parola, non il vuoto del significato; è l’inizio della sapienza, mentre l’abbondanza di parole procede sovente da un cuore superficiale.
Quindi, a causa della gravità del silenzio, anche ai migliori discepoli si concede raramente la facoltà di parlare sia pure di argomenti buoni e santi ed edificanti; perché è scritto: “Nei molti discorsi non eviterai il peccato”; e altrove: “La morte e la vita sono in potere della lingua”. Parlare e insegnare appartiene al Maestro, tacere ascoltare spetta al discepolo.
Ciò posto, è bene ricordare che mettersi calmi, da soli, seduti e in silenzio per amore di Dio è già preghiera…e che preghiera!
Se lo facessimo anche solo dieci minuti al giorno, la nostra vita sarebbe un tantino diversa. Non bisogna dire nulla, pensare a nulla, leggere nulla, fare nulla. Stare lì, congedandosi dal chiacchiericcio mentale, sapendo Dio presente, dicendogli:
Se vuoi prova a farlo 10 minuti al giorno,
sono certa che incontrerai te stessa in Dio e sarà gioia!
Ti aspetto la prossima settimana per la terza puntata: IL DECALOGO DELL'ORANTE!
Per approfondimenti: SPUNTIni per l’anima

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