Benché Rosenberg, fin ora, ci abbia presentato la Comunicazione non Violenta soltanto come strumento per comunicare efficacemente e per connetterci agli altri, in realtà essa migliora anche la nostra comunicazione interiore. Possiamo tradurre in sentimenti e in bisogni le molte voci di biasimo e di umiliazione che sono dentro di noi dove, in effetti, spesso esprimiamo i giudizi più aspri.
Possiamo affermare con convinzione, che la Comunicazione non Violenta migliora la comunicazione interiore aiutandoci a tradurre i messaggi interni negativi in sentimenti e bisogni. La nostra capacità di individuare i nostri sentimenti e i nostri bisogni e di empatizzare con essi ci può liberare dalla depressione. Possiamo sostituire la Comunicazione non Violenta al “linguaggio che uccide i sogni” e riconoscere che esiste una scelta in tutte le nostre azioni.
Mostrandoci come possiamo concentrarci su ciò che veramente vogliamo anziché su ciò che non va in noi o negli altri, la Comunicazione non Violenta ci offre gli strumenti e la comprensione necessari per crearci uno stato d’animo più sereno.
Adottando le abilità e la consapevolezza della Comunicazione non Violenta, possiamo incontrare gli altri In modo genuino, aperto e reciproco, invece di ricorrere a relazioni professionali caratterizzate dal distanziamento emotivo, dalla diagnosi e dalla gerarchia.
CONCRETAMENTE COME SI FA?
Esercizio pratico “su come liberare te stessa e, contemporaneamente, aiutare gli altri”.
Questo esercizio ti richiede di osservare te stesso nel corso di una settimana. Ripercorri mentalmente una “settimana-tipo” e individua quali sono i momenti di maggiore stress ad esempio: scendere dal letto, guidare nel traffico, calmare i bambini quando litigano tra loro, fare lezione a degli adolescenti, parlare con il capoufficio, chiamare vostra suocera al telefono, etc …
Nel corso della settimana seguente, presta attenzione a questi momenti e ai dialoghi interiori che hanno luogo in te. Quando ti è possibile, scrivili!
- Più tardi, nel corso della giornata o della settimana, riguarda le tue note sui tuoi pensieri e sui tuoi dialoghi interiori:
- Hai formulato dei giudizi su te stesso, sulla situazione o su altre persone?
- I tuoi pensieri contenevano delle forme di comunicazione alienata dalla vita? Traduci tutto in sentimenti e bisogni.
- Chiediti: “Che cosa avrei voluto che accadesse in queste situazioni?”. Scrivilo!
- Infine chiediti ancora: “Che cosa posso fare concretamente per contribuire a realizzare i cambiamenti che voglio vedere accadere in me e negli altri?”.
- Quando hai capito che cosa puoi fare mettiti a farlo. Ricorda quello che diceva Mahatma Gandhi: "sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".Solo tu puoi farti carico della responsabilità personale nel creare una società migliore, te stesso/a migliore, attraverso azioni concrete, piuttosto che aspettare che gli altri o le circostanze cambino.
Se provi a liberare te stessa/o scoprirai che è più facile anche aiutare gli altri. Provare per credere e, se vuoi, fammi sapere com’è andata.
Sono tematiche complesse, cerca di approfondire attingendo direttamente all’autore: “Le parole sono finestre oppure muri di Marshall B. Rosenberg” ed. Esserci.
La prossima settimana ti racconterò il quattordicesimo ed ultimo capitolo: Esprimere apprezzamento in Comunicazione non violenta.

Nessun commento:
Posta un commento