sabato 11 ottobre 2025

Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 10

 



Il tema della rabbia ci offre una singolare opportunità per tuffarci più in profondità nella comunicazione non violenta. L’espressione della rabbia mostra chiaramente la differenza tra la comunicazione non violenta e altre forme di comunicazione poiché mette nitidamente a fuoco molti aspetti di questo processo
Vorrei proporre l’idea che, quando la nostra testa è piena di pregiudizi, giudizi ed analisi sugli altri (gli altri sono cattivi, avidi, irresponsabili, bugiardi, imbroglioni…)  questi giudizi inquinano l’ambiente, valutano il profitto più delle vite umane.  Quanto più questo accade tanto più gli altri sentono giudizi e biasimo; allora si allontaneranno dai nostri bisogni profondi e dalla relazione con noi. 
Incolpare e punire gli altri 
sono espressioni superficiali della rabbia.
Se desideriamo esprimere pienamente la rabbia il primo gradino consiste nel sollevare l’altra persona dalla responsabilità per la nostra rabbia.  Proviamo, invece, a far brillare la luce della consapevolezza sui nostri sentimenti e bisogni personali. Esprimendo i nostri bisogni è molto più probabile che essi siano soddisfatti che non se giudichiamo, incolpiamo o puniamo gli altri.

COME SI FA AD ESPRIMERE INTERAMETE LA RABBIA? 
Esercizio pratico sui “Quattro gradini verso l’espressione della rabbia”.
Quando senti che la rabbia sta crescendo:
  1. Fermati e respira profondamente 
  2. Individua i tuoi pensieri di giudizio (elenca i giudizi che ti passano più spesso per la testa usando questo spunto: “Non mi piacciono le persone che sono…” Raccogli tutti questi giudizi negativi nella tua testa e poi chiediti: ”Quando do un giudizio su una persona, di che cosa ho bisogno che non sto ricevendo?” In questo modo ti allenerai a formulare i tuoi pensieri in termini di bisogni insoddisfatti anziché di giudizi sulle altre persone)  
  3. Collegati ai tuoi bisogni
  4. Esprimi i tuoi sentimenti e bisogni insoddisfatti
Talvolta, tra i passi 3 e 4 potresti scegliere di empatizzare con l’altra persona così che sia maggiormente in grado di ascoltarti quando esprimi te stesso nel punto 4.
 
Ricordati che sia imparare il processo che applicarlo richiedono del tempo e tanta pazienza.  

Ma è  importante saper gestire la rabbia, è nella rabbia mal gestita che attecchisce ogni guerra. Provare per credere e, se vuoi, fammi sapere com’è andata. Sono curiosa come sempre!

Puoi sempre approfondire attingendo direttamente all’autore: “Le parole sono finestre oppure muri di Marshall B. Rosenberg” ed. Esserci. 
La prossima settimana ti racconterò l’undicesimo capitolo: Mediare e risolvere i conflitti.

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