sabato 6 settembre 2025

Le parole sono finestre oppure muri: capitolo 5

 



Nel quarto capitolo abbiamo cercato di sviluppare un vocabolario dei sentimenti che ci permetta di descrivere le nostre emozioni con chiarezza e specificità. Ora proviamo ad assumerci la responsabilità dei nostri sentimenti con la terza componente della comunicazione non violenta


La terza componente della comunicazione non violenta è il riconoscimento dei bisogni che stanno dietro i nostri sentimenti. Ciò che gli altri dicono o fanno può essere lo stimolo, ma mai la causa dei nostri sentimenti. Quando qualcuno ci comunica qualcosa in modo negativo, abbiamo quattro possibilità di scelta relative ai modi in cui ricevere il messaggio: 
  1. incolpare noi stessi
  2. incolpare gli altri
  3. percepire i nostri sentimenti ed i nostri bisogni
  4. percepire i sentimenti ed i bisogni nascosti nel messaggio negativo dell’altra persona 
I giudizi, le critiche, le diagnosi e le interpretazioni degli altri sono tutte espressioni alienate di nostri bisogni e valori personali. Quando gli altri sentono una critica, tendono ad investire le loro energie nell’autodifesa o nel contrattacco.
Tanto più direttamente riusciamo a collegare i nostri sentimenti ai nostri bisogni, tanto più facile è per gli altri rispondere con empatia. In un mondo in cui spesso siamo giudicati con ruvidità se individuiamo e rileviamo i nostri bisogni, esprimerli può fare paura, soprattutto alle donne cui è stato insegnato ad ignorare i propri bisogni per aver cura di quelli degli altri. Nel processo di sviluppo della responsabilità emotiva, la maggior parte di noi sperimenta tre stadi: 
  1. la “schiavitù emotiva” in cui ci crediamo responsabili dei sentimenti altrui 
  2. lo “stadio scontroso” nel corso del quale rifiutiamo di ammettere che ci importa di quello che gli altri sentono e desiderano
  3. la “liberazione emotiva” in cui accettiamo la piena responsabilità dei nostri sentimenti ma non di quelli altrui e, contemporaneamente, siamo consapevoli del fatto che non potremo mai soddisfare i nostri bisogni a spese di quelli degli di altre persone  

COME SI FA? 

Esercizio pratico:

Prova a collegare direttamente i tuoi sentimenti con i tuoi bisogni. Scoprirai che gli altri troveranno facile rispondere alle tue richieste con empatia. 
Concretamente, chiediti ogni mattino: “che cosa desidero oggi per la mia giornata?”
E subito dopo: “che cosa voglio chiedere agli altri in relazione ai miei desideri?”
Se riuscirai a parlare dei tuoi bisogni anziché di quello che non va negli altri, aumenterà la probabilità di trovare strade per soddisfare i bisogni di tutti.

Se vuoi fammi sapere com’è andata.

Puoi sempre approfondire attingendo direttamente all’autore: “Le parole sono finestre oppure muri di Marshall B. Rosenberg” ed. Esserci. 

La prossima settimana ti racconterò il sesto capitolo: Richieste che possono arricchire la vita”.



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